ECCELLENZA NEL RESTAURO DAL 1959
L’avventura umana e imprenditoriale dell’impresa, muove i primi passi nel 1959 su iniziativa di Nestore D’Angelo, nato e cresciuto a Collebrincioni, frazione montana della città dell’Aquila, valente e infaticabile maestro nel restauro e nei lavori in muratura. Al suo fianco una famiglia coesa e affiatata composta dalla moglie Delia e dalla figlia Sandra.
L’Impresa è oggi portata avanti, con identica determinazione dal figlio Ivo, in una parabola ascendente che merita di essere ripercorsa, passo dopo passo.
La prima commessa di un certo rilievo della ditta D’Angelo Nestore risale proprio all’anno di nascita, il 1959, con una serie di lavori acquisiti in subappalto, nel plesso dell’ospedale psichiatrico di Collemaggio dell’Aquila e a seguire per la riparazione dell’edifico comunale di Fossa e della torre civica di Montereale. Numerosi sono stati poi gli interventi sulla viabilità provinciale.
All’attivo la costruzione della casa cantoniera di Fonte Cerreto, ai piedi del Gran Sasso e la realizzazione di alcuni edifici privati a L’Aquila e frazioni.
Man mano l’intraprendente Nestore D’Angelo, infervorato da una profonda passione per il suo lavoro, estende l’attività oltre il territorio aquilano come ad esempio in occasione della riparazione dell’edificio comunale di Prezza, nella valle Peligna.
L’impresa, ai suoi esordi, è strutturata come ditta individuale, che si avvale di numerose maestranze qualificate e specializzate, a seconda della consistenza, delle lavorazioni particolari e delle commesse via via acquisite.
L’attività prosegue con altri lavori nella zona di Montereale, come per esempio la costruzione della scuola della frazione di Verrico, e delle opere fognarie in quella di Cesaproba. Inoltre vengono realizzate opere stradali nelle frazioni aquilane di Roio e Pianola, il nuovo municipio e il cimitero nel comune di Lucoli. La società, passo dopo passo, consolida così la propria esperienza nei campi più disparati dell’edilizia.
Nel 1978, a soli 18 anni, con modestia e serietà, arriva l’esordio in azienda del figlio, Ivo D’Angelo, che già in età giovanissima seguiva il padre come un’ombra nei cantieri, cercando di carpire segreti e metodi di esecuzione delle opere, appassionandosi nel contempo al lavoro.
Il suo primo banco di prova è l’intervento sulle principali e prestigiose sedi dell’Università dell’Aquila.
A Palazzo Camponeschi vengono realizzate le aule all’ultimo piano dell’edificio ricavate mediante la divisione degli stanzoni usando materiali alleggeriti e pannelli in Eraclit, che per l’epoca costituiscono una tecnologia innovativa e versatile, capaci di minimizzare il peso sulle volte, in funzione della prevenzione sismica.
A Palazzo Carli, sede del rettorato, la società si occupa invece dei solai. Altri interventi interessano l’ex sede della facoltà di Matematica e i laboratori della facoltà di Ingegneria, nella frazione di Roio.
Negli anni Ottanta arriva l’allargamento definitivo al campo dei restauri, lavori questi già previsti nella certificazione dell’Albo Costruttori, grazie alle opere eseguite nel frattempo nel complesso edilizio di piazza del Cardinale a L’Aquila, edificio vincolato dalla Soprintendenza.
Questa nuova capacità operativa porta l’impresa ad affermarsi oltre i confini regionali, acquisendo importanti cantieri sia in Abruzzo che nel Lazio.
In parallelo prosegue anche l’attività nel settore dell’edilizia residenziale, con la costruzione di ville e fabbricati nel quartiere aquilano di Pettino, che, va sottolineato, non subiranno danni rilevanti a seguito della tragica scossa di terremoto del 6 aprile 2009, risultando agibili; ciò a conferma dell’ottimo lavoro svolto, grazie ad attrezzature capaci di produrre in proprio le miscele dei materiali necessari per i getti in calcestruzzo, con centralina di produzione all’avanguardia e ovviamente con un’attenta scelta dei materiali da utilizzare.
Altro anno cruciale di questa avventura imprenditoriale è il 1986, quando Ivo D’Angelo fonda la ditta COID, acronimo di Costruzioni Ivo D’Angelo, localizzandone la sede nel quartiere di Pettino, puntando così su un’area del capoluogo abruzzese che nei decenni successivi conoscerà un grande sviluppo.
La COID continua ovviamente a lavorare, con rinnovato vigore, nel settore del restauro e consolidamento di beni monumentali, investendo nell’acquisto di macchinari innovativi, adatti alle lavorazioni da eseguire, e ampliando le competenze anche nel campo degli scavi archeologici.
Tra i principali lavori di restauro quello che interessa, nel 1987, l’antichissima chiesa tratturale di Civitaretenga, sull’altopiano dei Navelli, e l’abbazia dell’anno mille di San Pietro ad Oratorium di Capestrano, dove si trova il celebre “quadrato magico” con l’enigmatica scritta “Rotas opera tenet arero sator” leggibile in più versi e dal significato dopo secoli rimasto misterioso.
Altro intervento nel capoluogo che rappresenta motivo di orgoglio per la COID è quello che interessa l’oratorio di Sant’Antonio dei Cavalieri de’ Nardis nel quarto di San Marciano. Ad essere oggetto del restauro sono la facciata, il campanile ligneo, la pavimentazione in basolato di pietra, le splendide maioliche realizzate dai Grue, celebre famiglia di ceramisti di Castelli.
Altra opera importante è il restauro della fontana monumentale del Tritone in piazza Regina Margherita a L’Aquila, condotto negli anni Novanta, con un’attenzione particolare al rifacimento degli elementi lapidei. Un intervento particolarmente complesso, per le pessime condizioni in cui la fontana era ridotta.
Negli stessi anni COID partecipa al restauro della basilica di Collemaggio.
Significativa anche l’attività nel vicino Lazio e tra i molti interventi realizzati spiccano quelli sulle chiese di Santa Felicita e figli Martiri di Affile, di Santa Maria Assunta di Agosta, la ristrutturazione della porta del Sole di Palestrina.
Intensa anche l’attività nelle aree archeologiche di San Vittorino e dell’antica Forcona di Civita di Bagno a L’Aquila, nel santuario di Demetra a Vetralla nel Lazio, e nella Villa Romana a Manoppello in provincia di Pescara.
Importante anche lo scavo archeologico e i primi interventi di restauro del Santuario Italico in località Fonte San Nicola, fra i comuni di San Buono e Carpineto Sinello, in provincia di Chieti.
Sul fronte dell’archeologia industriale, va citato il recupero del Mulino Cappelli di Chiarino, in provincia di Teramo, opificio ottocentesco per la macinatura dei semi di faggio, da cui si estraeva olio lampante.
Negli anni duemila la COID propone e realizza il consolidamento con materiali compositi (fibre di carbonio), dei pilastri e di alcune volte della navata centrale della chiesa di Sant’Andrea a Subiaco: per quegli anni un metodo innovativo e un intervento meno invasivo rispetto al consolidamento di tipo tradizionale.
Nello stesso periodo l’impresa allarga il proprio campo d’azione nel restauro pittorico degli affreschi, dei materiali lapidei, degli stucchi e dei decori, nelle chiese di San Martino Vescovo a Gagliano Aterno e Santa Gemma a Goriano Sicoli.
L’intensificazione dell’attività rende necessario un ampliamento dell’organico dell’impresa incrementandolo con i necessari profili dei restauratori, che vanno a rafforzare la squadra in cui sono già presenti figure professionali di grande spessore e operanti da oltre trent’anni.
Negli anni 2007 e 2008 la COID, proprio per l’accresciuta attività, realizza la nuova sede nel nucleo industriale di Pile in via Saragat a L’Aquila. L’edificio ospita gli uffici tecnici e amministrativi, i depositi e un’officina all’avanguardia per la realizzazione di strutture in acciaio certificate ai sensi delle vigenti norme in materia.
A seguito del sisma aquilano del 6 aprile 2009, la COID, sempre in prima linea, opera inizialmente nei lavori di messa in sicurezza degli edifici inagibili e pericolanti, riuscendo nel frattempo a portare a termine i cantieri acquisiti precedentemente nonostante le difficoltà derivanti dall’evento tellurico.
Tra i tanti cantieri del post sisma aquilano sono da citare i restauri delle antiche cinte murarie del borgo medioevale di Assergi nella frazione dell’Aquila e del capoluogo abruzzese nel tratto che va dalla villa comunale alla stazione ferroviaria e altre di minore entità.
Questi in sintesi i sessant’anni di storia della COID, impresa abituata a guardare avanti, ad innovarsi nei metodi di lavoro e nella sperimentazione di nuovi materiali e tecnologie sempre nel rispetto della tradizione, della conservazione e del restauro che costituiscono la base della nascita dell’impresa.
Lo spirito di sacrificio, di passione e di attenzione nei lavori che hanno animato il fondatore Nestore, trasmessi poi a suo figlio Ivo e in più anche a suo figlio Andrea, laureato in Ingegneria Edile-Architettura, sempre affianco del padre, costituisce la storia di una generazione che opera con dovizia e serietà nel campo edile e monumentale, caratteristica questa che la COID ha mantenuto in tutti questi anni di attività e che manterrà per gli anni a venire.