L’AQUILA
Le ville gentilizie, o ville di delizia, rappresentano strutture architettoniche dove gli aspetti ludici e di rappresentanza prevalgono sulla semplice destinazione residenziale. Nascono come luoghi destinati a celebrare il prestigio dei proprietari e la loro ricca vita sociale e culturale grazie ad aspetti scenografici e scelte funzionali ideali per feste, concerti e salotti intellettuali.
La storia di questa villa gentilizia inizia da Giovanni Battista nato a L’Aquila il 1473, che della famiglia Branconio è stato sicuramente l’esponente più rappresentativo, lo ritroviamo al fianco di Papa Leone X per eseguire attività amministrative di rappresentanza e di notaio.
Girolamo Branconio, discendente di Giovanni Battista, abate di San Clemente a Casauria, nel 1590 circa raduna artisti romani per eseguire gli affreschi del Casino delle Delizie. L’autore presumibilmente, è stato Francesco Antonio Oddit nel periodo tra il 1590 ed il 1610.
Nel 1703, a seguito del grande sisma, la struttura subisce ingenti danni tra cui il crollo delle antiche logge interne al giardino.
Come la storia aquilana insegna, nel 1915 ci fu un secondo violento terremoto e dalle fonti si apprende che il Casino delle Delizie subisce crolli importanti di alcuni solai sul lato ovest e sud, inoltre anche i prospetti prospicienti il giardino subiscono parziali crolli. Ma il nucleo centrale, a quanto pare, rimase intatto, salvando gli affreschi del XVI-XVII secolo.
Dopo dieci anni, nel 1925, si eseguono i lavori di restauro dei danni causati dall’evento sismico del XX secolo sostituendo le volte e solai, il tetto, rifacimento del prospetto interno al giardino ed esecuzione del cordolo di sommità. Dal 1930 in poi si eseguono altri lavori per arrivare alla consistenza odierna.
Tra via Porcinari e via Coppito fu edificato il Casino delle Delizie. L’edificio occupa un angolo della proprietà segnata dai fuochi in modo da poter esprimere la forza del giardino in quanto parte integrante alla costruzione artistica e architettonica del complesso monumentale.
L’ingresso principale è posto su via Coppito ed è inquadrato da un portale in pietra con in chiave lo stemma della famiglia Branconio. Dell’edificio cinquecentesco ne restano: il nucleo centrale con la sala affrescata su tutte le pareti e la parete su via Coppito con il portale in pietra.
L’edificio si presenta dopo il sisma del 6 aprile 2009 come un edificio gravemente danneggiato anche a causa delle superfetazioni e variazioni fatte nel tempo.
Per questo è stata eseguita una messa in sicurezza finalizzata alla conservazione e salvaguardia non solo dell’edificio stesso ma soprattutto degli affreschi cinquecenteschi minacciati da possibili crolli, causati dalle profonde lesioni e da un possibile degrado superficiale causato dalle infiltrazioni provenienti dalla copertura ammalorata. Per questo si è provveduto alla realizzazione di una copertura provvisoria in grado di garantire una protezione dagli agenti atmosferici e al consolidamento superficiale degli affreschi tramite esecuzione di velinatura.
La COID, nel suo spirito di innovazione e di conservazione, esegue ogni volta analisi non distruttive dei paramenti murari sia prima sia dopo le lavorazioni, in modo tale da controllare l’efficacia degli interventi.
Le immagini sulla destra riguardano la campagna termografica eseguita nella sala centrale prima degli interventi di
consolidamento degli affreschi.
Dalle diverse cromie è possibile notare i distacchi degli affreschi in giallo o in bianco.
LAVORAZIONI
· Messa in sicurezza tramite puntellamenti, preconsolidamento;
· Demolizione pavimenti e massetti e spicconatura degli intonaci non affrescati;
· Rinforzo sismico solai e volte;
· Consolidamento murature tramite sia iniezioni con malte cementizie che con barre elicoidali;
· Risanamento coperture lignee e integrazione di alcuni parti;
· Posa in opera di pavimenti e massetti;
· Posa in opera di intonaci interni ed esterni;
· Realizzazione di finiture.
RESTAURO AFFRESCHI:
· Rimozione dei bendaggi posti per la salvaguardia degli affreschi;
· Consolidamento degli affreschi con iniezione di materiale apposito tipo idrossido di calce nanofasico;
· Sarcitura delle lesioni superficiali e riposizionamento delle parti distaccatesi con il sisma 2009;
· Disinfestazione e pulitura degli affreschi;
· Reintegrazione cromatica.